Oggigiorno viene usato questo termine per indicare l’inquinamento dello spazio da fonti che producono emissioni elettromagnetiche e come si evince dalla parola la cosa risulta negativa per gli organismi viventi.

Tutto l’universo è un enorme campo elettromagnetico, basta pensare alla più piccola particella, l’atomo, che può essere paragonato ad un sistema solare planetario retto da forze elettromagnetiche. Tutte le funzioni quindi della più piccola particella vivente, la cellula, costituita essa stessa da miliardi di atomi, sono supportate da scambi di energia nel loro campo elettromagnetico.

Ciò ci fa capire che ogni essere vivente ha un continuo scambio con l’ambiente che lo circonda. Se questo ambiente è saturo di onde elettromagnetiche non compatibili con le naturali emissioni corporee, esse possono interferire nel messaggio che le cellule si scambiano continuamente, ma soprattutto nel momento delicato di riproduzione. In ogni secondo nel nostro corpo muoiono e prendono vita 10 milioni di cellule, se il messaggio energetico in quel momento è disturbato da potenti frequenze esterne, possono generare alterazioni che sfociano in malattia e morte delle cellule stesse.

Fin dagli inizi del secolo si è scoperto che irradiando cellule viventi con potenti frequenze elettromagnetiche si ottenevano inizialmente incrementi nella velocità di riproduzione ma anche di mutazioni genetiche. Ciò è stato usato in agricoltura per ottenere mutazioni nei vari tipi di semi ed arrivare alla creazione di nuove specie con caratteristiche migliorative rispetto al seme originario. Va da se che per pochi elementi migliorati la gran parte era risultata danneggiata peggiorata o morta.
Per quanto riguarda gli studi effettuati sui danni da esposizione a campi elettromagnetici, evidenti sono i risultati ottenuti dall’indagine sui residenti vicino ad elettrodotti, sono emersi aumenti significativi del rischio di ammalarsi, in particolare il rischio di leucemia infantile è raddoppiato.

Nel 1996 è stato pubblicato uno studio epidemiologico finanziato dalla comunità europea che ha dato risultati molto chiari sugli effetti delle radiofrequenze, in particolare dalle antenne della telefonia mobile e dai cellulari. Esse aumentano in maniera significativa il rischio per tutte le patologie indagate e possono avere effetti negativi con aumento dei casi di tumore, disturbi cardiaci, riproduttivi, neurologici e quant’altro.
Gli scienziati in particolare auspicano che per le reti di telefonia mobile non si raggiungano valori di esposizione di 0,2 volt/metro e non si superino gli 0,6 volt/metro in generale.